Il dono del Consiglio

7 doni dello Spirito SantoPrima di parlare del dono del consiglio, è forse utile ricordare queste parole della Scrittura:

Non consigliarti con una donna sulla sua rivale,
con un pauroso sulla guerra,
con un mercante sul commercio,
con un compratore sulla vendita,
con un invidioso sulla riconoscenza,
con uno spietato sulla bontà di cuore,
con un pigro su un’iniziativa qualsiasi,
con un mercenario annuale sul raccolto,
con uno schiavo pigro su un gran lavoro;
non dipendere da costoro per nessun consiglio.
Invece frequenta spesso un uomo pio,
che tu conosci come osservante dei comandamenti
e la cui anima è come la tua anima;
se tu inciampi, saprà compatirti
Segui il del tuo cuore,
perché nessuno ti sarà più fedele di lui.

(Siracide 37)

Questo passo, che è Parola di Dio, dovrebbe precedere la spiegazione del dono del perché ogni cristiano è prima di tutto un uomo. In un libretto prezioso “Note di catechismo per ignoranti colti” così spiega Pierre Riches:

Quando un cristiano ha da prendere una decisione deve rifletterci sopra, e usare tutti i mezzi umani: intelligenza, intuizione,giudizio. Poi si consiglierà con persone fidate , competenti,amiche; i vecchi sono ottimi interlocutori a questo punto. E così si dovrebbe arrivare a una possibile soluzione del problema, a una possibile decisione. Fino a qui è come dovrebbe essere il comportamento di qualsiasi uomo prudente. Un cristiano può e dovrebbe fare un ulteriore passo : sottomettere la sua decisione allo . Questo si fa pregando lo in questi termini:
«Usando le mie capacità naturali e consigliandomi con chi mi pareva capace di aiutarmi, sono arrivato a questa decisione. Non ne sono del tutto convinto, ma mi pare la migliore. La seguirò. Se è sbagliata, che questo mi sia mostrato prima di mettere in atto la decisione».
Al momento opportuno, si metterà in pratica la decisione presa;forse ci sarà sbagliati, ma si sarà certamente fatto tutto ciò che dipende da noi. Questo non vuol dire che non bisognerà caricarsi delle conseguenze dello sbaglio ma lo si farà con il cuore tranquillo, perché non era possibile fare di più per evitare lo sbaglio. Capita anche che lo ci faccia capire-in tempo utile- che la nostra decisione non è giusta.”

Questa sottomissione delle nostre decisioni allo sembra mettere bene in evidenza come la virtù della prudenza sia il terreno più fecondo per il dono del il quale è al di sopra della nostra natura. Mettendo davanti al le nostre decisioni e chiedendo il suo aiuto riceviamo una forza speciale per superare dubbi e incertezze, per rivedere eventualmente le nostre decisioni e correggerle e comunque per vedere il problema da una prospettiva superiore. Tale prospettiva è la gloria di Dio ed il bene nostro e del nostro prossimo.